Monreale

programicon21Il Duomo di Monreale è una delle chiese più belle di tutta la Sicilia, un capolavoro d’arte bizantina assolutamente da non perdere, con i suoi finissimi mosaici famosi in tutto il mondo e più di 1800 kg di oro zecchino utilizzati per raccontare la storia del Cristianesimo. Dal luglio 2015 è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, insieme al circuito Palermo arabo-normanna. Una chiesa molto ricca di tesori quindi. Ma come fu possibile spendere tanto denaro per la sua realizzazione? La storia della sua costruzione è legata ad una famosa leggenda e si intreccia in qualche modo alla storia della costruzione della Cattedrale di Palermo. Si narra che nel 1171 il re Normanno Guglielmo II, devotissimo alla Madonna, durante una battuta di caccia fu colto da improvvisa stanchezza e si addormentò sotto un albero di carrubbo. Quel sonno, oltre a ristorare le sue stanche membra, fu fonte di una incredibile rivelazione. Infatti la Madonna gli apparve in sogno e gli rivelò che proprio sotto quell’albero si nascondeva un tesoro di inestimabile valore. Al suo risveglio il re fece abbattere l’albero, fece scavare in profondità e quando fu trovato l’oro decise di fare costruire una chiesa in onore della Madonna. Nello stesso periodo un altro importante cantiere era aperto. Infatti Gualtiero Offamilio, allora arcivescovo di Palermo, stava facendo costruire la Cattedrale di Palermo. Tra il re e l’arcivescovo non correva buon sangue e così entrambi, sopraffatti da manie di grandezza e dal desiderio di superare l’altro, non badarono a spese e si lasciarono andare in progetti fantasmagorici. Il risultato finale fu il seguente: il Duomo di Monreale ha un interno spettacolare e ricchissimo, mentre la sua facciata è abbastanza “normale”; la Cattedrale di Palermo ha una facciata imponente con·archi a sesto acuto ispirati all’architetture islamica, colonnine con statue di santi, torri campanarie, ghiere, merlature, pinnacoli, mentre l’interno è piuttosto semplice. Quale sia la più bella delle 2? Visitatele entrambe e fatevi la vostra opinione! Ad una facciata piuttosto semplice e lineare si contrappone l’interno di straordinaria bellezza, a croce latina, caratterizzato da innumerevoli e pregiatissimi mosaici che raffigurano scene dell’Antico e Nuovo Testamento, e che rivestono tutte le pareti della chiesa, per un totale di 6340 mq. Praticamente si tratta della decorazione musiva più grande d’italia. Spicca il famoso Cristo Pantocratore, imponente immagine che rappresenta il volto di Cristo, tipica dell’arte bizantina ed arabo-normanna. Stupore, meraviglia, ammirazione: queste sono solo alcune delle piacevoli sensazioni che si avvertono di fronte a questo straordinario ed imperdibile capolavoro. Da una parete all’altra scorre la storia della salvezza: dai vari momenti della Creazione alle scene di Adamo ed Eva, di Caino e Abele, di Noè e dell’Arca; della torre di Babele e di Sodoma e Gomorra; e ancora, l’annuncio della venuta del Cristo, la sua nascita, i suoi miracoli, la sua morte e la sua resurrezione; gli apostoli, la loro missione nel mondo, sino alla solenne abside centrale dove con il Cristo ammiriamo le schiere dei cherubini e dei serafini, la Vergine, i santi…

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La testa del Moro: la Grasta siciliana

programicon19Molti balconi e case della nostra splendida Palermo, sono ricchi di fiori e piante ornamentali, interrati in vasi o graste, (come vengono chiamati in siciliano) di creta o ceramica più o meno decorati o semplici, fra questi fanno bella mostra dei vasi veramente singolari che raffigurano la testa del moro. Molti pensano che questa particolare forma esornativa sia dovuta ad una stravaganza di qualche artigiano, ma si sa, molte volte l’arte e la leggenda si intrecciano al punto da non riuscire più a distinguere se è l’una che ispira l’altra o viceversa. Si narra che a Palermo, nel bellissimo quartiere arabo “Al Hàlisah”, oggi la Kalsa, intorno all’anno 1000, ·periodo della dominazione araba, viveva una fanciulla bellissima la cui pelle rosata ricordava la delicatezza dei fiori di pesco a primavera, e gli occhi d’un azzurro intenso, rispecchiavano il mare che bagna la nostra bella isola. Il suo passatempo preferito era quello di prendersi cura delle piante del suo balcone, dove passava molto del suo tempo. Un giorno, un giovane moro , passando sotto il balcone della fanciulla, la vide così bella e aggraziata che se ne invaghì perdutamente. Subito le dichiarò il suo amore e la ragazza, impressionata dalla bellezza e dall’audacia del giovane, ricambiò più che volentieri il suo amore. Ma avvenne che dopo qualche tempo, la fanciulla scoprì che il suo bel moro presto l’avrebbe lasciata per tornare al suo paese dove lo attendevano moglie e figli. Presa dalla rabbia, per essere stata ingannata, e dalla gelosia, decise di tenerlo per sempre con se. Attese la notte e mentre il moro dormiva lo uccise, lo decapitò e della testa ne fece un vaso in cui pianto del basilico, pianta regale, ma anche pianta dell’ amore e della passione, poi lo mise in bella mostra sul suo balcone. Il basilico cresceva così abbondante e profumato che i vicini presi dall’invidia per quel bellissimo vaso, per non essere da meno, si fecero fabbricare dei vasi di terracotta a forma di “testa di moro”.

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